La storia di Sven-Göran Eriksson, morto nelle scorse ore, è diventata da qualche mese un imperdibile documentario di Amazon Prime Video.
Ci sono personaggi la cui storia personale ha lasciato una traccia indelebile nei mondi che hanno attraversato: nello sport, di esempi di questo tipo e che in questi ultimi anni ci hanno prematuramente lasciati, ve ne sono davvero molti. Pensiamo al calcio e ci viene in mente Diego Armando Maradona, col suo genio calcistico direttamente proporzionale alla sua vita di eccessi.
Oppure pensiamo a Sinisa Mihajlovic, la cui battaglia contro la leucemia ha commosso tutti: l’ex calciatore venne allenato tra gli altri da un monumento del calcio che ci ha lasciati in queste ore. Stiamo parlando di Sven-Göran Eriksson, morto in queste ore a 76 anni, dopo una lunghissima battaglia contro il cancro, senza dubbio alcuno uno dei personaggi del calcio di cui ci ricorderemo a lungo.
All’ex allenatore, l’unico ad aver vinto due Coppe Italia con due squadre della stessa città, ovvero Roma e Lazio, Amazon Prime Video ha dedicato uno speciale documentario, che è un viaggio non solo in una vicenda personale, ma nella storia del calcio italiano ed europeo. Svennis, come era soprannominato l’allenatore, è uomo dei record per tutta una serie di risultati raggiunti nella sua lunga carriera.
Ad esempio, è l’unico allenatore ad aver vinto campionato e coppa nazionale in tre diversi Paesi europei, ovvero in Svezia, col suo IFK Göteborg nel 1982, l’anno dopo in Portogallo col Benfica, e infine nel 2000 con la Lazio, squadra che gli ha regalato l’unico scudetto della sua carriera in Italia. Aveva scelto la tranquillità di Värmland, nella Svezia occidentale, per ritirarsi a vita privata, fino alla morte di oggi.
Il documentario incontra l’allenatore prima e dopo aver ricevuto una diagnosi terminale di cancro al pancreas: sono momenti intensi, ed è forse una delle più belle biografe sportive mai realizzate, per la profondità di un messaggio che non lascia solo la produzione Amazon Prime Video, ma soprattutto lo stesso Sven con le sue parole, alcune delle quali si palesano come un vero e proprio commiato.
In molti avranno infatti visto il messaggio dell’allenatore che è estratto proprio dal documentario in questione, una vera e propria eredità spirituale. In “Sven” c’è tutto un mondo: dagli esordi svedesi a quella che doveva essere la consacrazione come allenatore della nazionale inglese e che invece si trasformò in un pessimo periodo della sua vita calcistica, con molte ombre.
Non mancano infine richiami al suo profilo privato e alla sua vita sentimentale, in particolare alla relazione con Nancy Dell’Olio, l’italo americana nata a New York, ma cresciuta in Puglia, con cui l’allenatore intrecciò un rapporto, che all’epoca fece molto discutere. Già dal trailer, il documentario è sembrato pronto per conquistare il cuore dei tifosi, la morte dell’allenatore lo renderà ancora più straziante.
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