Una donna anziana muore e lascia in eredità 700 mila euro alla sua badante: la famiglia protesta e avvia una causa. La sentenza.
Il caso di cui ci occupiamo oggi è davvero curioso, e neanche troppo raro. Una donna anziana, curata amorevolmente da una giovane badante, ha deciso nel suo testamento di lasciarle tutta l’eredità. Parliamo di un’eredità sostanziosa, ben 700 mila euro. Alla morte della donna, ecco che la famiglia ha “comprensibilmente” scatenato il putiferio.
“Lascio tutto alla mia bimba perché si è occupata di me negli anni”, queste le ultime parole dell’anziana, pochi giorni prima di spirare, all’età di 78 anni, dopo anni di disabilità. Il suo testamento, però, è stato impugnato dai suoi parenti, bloccando di fatto la transazione del denaro sul conto della badante che si è presa cura della defunta.
Facciamo un passo indietro: la donna, senza più marito e senza figli, prima di morire decide di lasciare i suoi averi alla persona che le è più cara, la sua giovane badante, l’unica che si è presa cura di lei negli ultimi anni di vita. È il 2009 e la donna richiede l’intervento e il supporto di una badante, perché afflitta da disabilità e non può essere autosufficiente.
I pochi familiari che ha se ne disinteressano, mentre con la badante instaura un bellissimo rapporto di amicizia. Nel 2013 l’anziana muore, lasciando però redatto il suo testamento, con il quale informa gli avvocati di voler nominare sua erede la ragazza che l’ha in cura.
L’eredità è importante, 700 mila euro, ma la decisione non viene presa bene dai suoi parenti. Questi fanno subito ricorso, denunciando la badante per circonvenzione di incapace, chiedendo così l’annullamento dell’eredità. I parenti si appellano al fatto che la donna, mentre redigeva il testamento, non fosse in grado di intendere e di volere.
Il processo penale viene subito aperto e i bene sequestrati, in attesa di chiarimenti. La decisione arriva soltanto nel 2022, nove anni dopo la morte della donna, quando la badante lucchese viene assolta dalle accuse. La sentenza dispone così la chiusura del processo, dando ragione alla ragazza, permettendole di incassare l’eredità della defunta.
La ragazza viene riconosciuta come unica erede universale dalla Corte Civile d’Appello di Firenze. Ma non solo, perché i parenti ora dovranno pagare dieci anni di spese legali, che ammontano a circa 40 mila euro.
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