M -il figlio del secolo serie tratta dall’omonimo romanzo di Scurati è stata presentata alla Mostra del Cinema di Venezia ed è già diventata un caso.
Giovedì 5 settembre è stata presentata al Lido, anche se fuori concorso, M -il figlio del secolo la serie prodotta da Sky Original e tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati. Il romanzo -edito da Bompiani ha visto il Premio Strega ed è diventato un bestseller internazionale- così come la serie raccontano la nascita del Fascismo nel nostro Paese e l’ascesa al potere di Benito Mussolini.
Nello specifico, la serie è composta da 8 episodi, tutti mostrati a Venezia, arriverà solo nel 2025 in esclusiva su Sky e Now. Alla regia porta una firma di eccellenza, quella di Joe Wright (L’ora più buia, Cyrano ed Espiazione tanto per citare qualche pellicola), mentre nei panni del Duce c’è uno degli attori italiani più apprezzati, Luca Marinelli. La serie sta già facendo parlare tantissimo di sé, sia perché la critica l’ha apprezzata immensamente -tanto da definirla quasi sempre la cosa migliore vista quest’anno alla Mostra del Cinema-, sia per le parole del regista e del protagonista.
M -il figlio del secolo, Marinelli: “Interpretare Mussolini uno shock”
Non usa mezze misure Luca Marinelli quando parlando alla stampa presenta il suo ben conosciuto personaggio e le modalità con cui si è approcciato a lui. “All’inizio è stato abbastanza uno shock, quando mi è stato proposto il ruolo e ho fatto molti, molti pensieri. Perché essendo antifascista e venendo da una famiglia antifascista non sapevo bene come affrontare questo progetto […]. È stato molto doloroso, perché quando si interpreta il personaggio si sospende il giudizio.”
L’ho ha ripetuto più volte l’attore sia in conferenza stampa che nelle singole interviste propria a voler rimarcare con più maggiore fermezza il suo essere completamente estraneo ed opposto all’ideologia del partito. Ma alla fine parla anche della decisione di interpretare questo ruolo come piccolissima responsabilità storica, che scandaglia e mostra i crimini del Duce e le sofferenze provocate.
Ancora più dure, invece, le parole del regista che parla dell’uomo e del politico Mussolini come inscindibili, ma soprattutto definisce il Fascismo come “la politicizzazione della mascolinità tossica“.
M come monito all’ascesa dell’attuale estrema destra
Un prodotto politico come lo è stato L’ora più buia, ma anche di più di quella pellicola soprattutto in virtù dell’ascesa della destra estrema e quindi quella M all’inizio del titolo sta anche per monito a quello che succede oggi; “ero consapevole che si dovessero trasmettere le qualità seduttive di Mussolini, ma non volevo che la gente si lasciasse sedurre. Ci sono momenti in cui si empatizza con lui, lo si umanizza. Poi si tolgono certezze al pubblico e gli si chiede di guarda con occhio critico. Ma non soltanto Mussolini, ma anche la costruzione fatta di lui“.
Durante gli incontri preliminari Wright e Marinelli hanno discusso dei loro timori e soprattutto del fatto che quella di Mussolini doveva essere una rappresentazione onesta. La critica dice che ci sono riusciti a noi non resta che attendere.